Nelle nostre trasmissioni viene utilizzata, quale sigla, la canzone “SIGNORINA GRANDI FIRME” del Trio Lescano (1938). Ma di cosa si trattava nella realtà? Scopriamolo insieme.
“Le Grandi Firme” era una rivista prima quindicinale e poi settimanale. A partire da quando divenne settimanale, può essere considerato un precursore del rotocalco in cui l’immagine ottiene un’irresistibile vittoria sul testo scritto.
Quel tipo di rivista andrà via via perfezionando e potenziando la propria formula fino alla diffusione di massa della televisione, che diverrà l’egemone medium visivo. Boccasile è stato uno degli artefici del suo successo.
Luigi Boccasile nacque a Bari il 14 luglio 1901 in una famiglia della piccola borghesia commerciale. Frequentò la Scuola di arti e mestieri della sua città con l’idea di diventare ingegnere navale. A dodici anni perse un occhio per uno schizzo di calce viva e nel 1918 a diciassette anni si trasferì a Milano. Viveva in una soffitta e si manteneva facendo lavori occasionali, soffrendo anche la fame. Cominciò a lavorare nello studio grafico Mauzan-Morzenti e conobbe Franco Aloi con cui in seguito avrebbe avviato una decisiva collaborazione di lavoro. Dopo un soggiorno in Argentina e uno intenso a Parigi, rientrò in Italia nel 1932, dove cominciò a collaborare con le riviste di moda dell’epoca e a illustrare le collane di romanzi della Mondadori.
Ma chi è la Signorina Grandi Firme?
Una creatura ingenua, romantica, maldestra, sognatrice, intraprendente, temeraria, distratta, pasticciona, in grembiule nero e colletto bianco, in abito da sera o in costume da bagno… potevano cambiare il vestito, l’acconciatura, la situazione o il paesaggio sullo sfondo, ma alcune caratteristiche sarebbero rimaste costanti e immutate nel tempo: il petto generoso, il vitino di vespa, la folta chioma bruna, le calze con la riga nera e le gambe lunghissime. Era una brava ragazza, energica e statuaria, ma era anche allegra, briosa, indipendente, spesso frivola, maliziosa ed estroversa. Con le sue camicette abbottonate a fatica, gli abiti aderenti e le pose un po’ scomposte faceva palpitare la gioventù.
Boccasile comincia a inserire nella rivista dal numero 343 (23 dicembre 1937) al numero 354 (10 marzo 1938) «Le avventure della Signorina Grandi Firme», dal gusto quasi surreale. Per lei la folla si volta e si disinteressa di Clark Gable, per lei un attore del cinema esce dallo schermo, per lei uno scultore fa indossare a una statua di pugile una gonna a pois rossi, per lei un ladro preferisce fermarsi a raccogliere la borsetta che le è caduta e viene così catturato dai carabinieri che lo inseguono.
Chi lo sa se questa donna esisterà? Se lo chiede nel 1938 anche il Trio Lescano interprete di una canzone che portava proprio il titolo Signorina Grandi Firme