La Musica di Ameria Radio del 4 gennaio 2021 – Musica di Anton Bruckner

A cura di Massimiliano Samsa

Anton Bruckner (1824 – 1896) – Sinfonia n. 1 in do minore

  1. Allegro (do minore)
  2. Adagio (la bemolle maggiore)
  3. Scherzo: Lebhaft (sol minore) – Trio: Langsam (sol maggiore)
  4. Finale: Bewegt und feurig (do minore)

Composizione: Prima versione (chiamata Linz) 1865 – 1866; Seconda versione (chiamata Vienna) 1890 – 1891

Prima esecuzione: Linz, Redoutensaal dello Stadttheater, 9 maggio 1868

Dedica: Università di Vienna (seconda versione)

Chicago Symphony Orchestra

Sir Georg Solti, direttore

Anche Bruckner, come Brahms, escluse l’opera teatrale dalla sua attività di compositore e scrisse prevalentemente sinfonie e lavori corali di carattere sacro e profano, con e senza accompagnamento. Le sue sinfonie sono nove di cui la “Nona”, che egli chiamò “Decima” sostenendo che l’unica Nona sinfonia era quella di Beethoven, rimase incompiuta. Altra sinfonia, iniziata prima di tutte le altre, è una Sinfonia n. O in re minore, la “Nullte”, a sua volta preceduta da una giovanile e incompleta Sinfonia in fa minore (1863). La Prima Sinfonia di Bruckner fu composta tra la metà di maggio del 1865 e la fine di luglio del 1866. Venne eseguita a Linz il 9 gennaio 1868 sotto la direzione dello stesso autore che, più tardi, tra l’ottobre del 1890 e la metà di gennaio del 1891, rimise le mani sull’intera partitura, dedicandola all’Università di Vienna, città in cui fu eseguita con maggiore successo il 13 dicembre del 1891 nella interpretazione di Hans Richter. Questo lavoro segue dal punto di vista cronologico la Sinfonia in fa minore, considerata più che altro uno studio sinfonico, e i primi schizzi della Sinfonia in re minore, la «Nullte», che risalgono al 1863-’64. Certo l’influenza di Beethoven, di Schubert e soprattutto di Wagner (il compositore austriaco aveva ascoltato e studiato attentamente nel 1863 e nel 1864 il Tannhäuser e il Lohengrin) si avverte nella Sinfonia n. 1, ma bisogna dire che in essa sono presenti in modo chiaro e preciso certe caratteristiche dello stile bruckneriano, a cominciare dalla poderosa costruzione polifonica e dagli impetuosi crescendo, che esplodono come una forza della natura nel primo e nell’ultimo movimento.

Si sa che Bruckner considerò negli ultimi anni della sua vita la Sinfonia n. 1 tra le opere migliori e più difficili da lui scritte per l’arditezza di alcune idee e di alcuni passaggi strumentali, tanto è vero che nella Sinfonia n. 2 in do minore, come egli stesso disse, volle scrivere una musica «più accessibile», lontana dalla concitazione drammaticamente tesa della Prima. Tali arditezze si sentono sin dal movimento iniziale (Allegro) con quel ritmo di marcia che converge verso un vertice dinamico e assume nel vigoroso motivo dei tromboni un tono quasi eroico, rendendo certamente più dolce il passaggio al secondo tema di carattere lirico. Solenne e grave è il motivo principale dell’Adagio nella tonalità di la bemolle maggiore; il tema si allarga e si sviluppa con una ricchezza melodica affiorante dal tessuto orchestrale con una densità e una precisione plastica di notevole effetto psicologico. Carico di energia ritmica vigorosa è lo Scherzo in sol minore, dove esplode con aggressiva baldanza il senso popolaresco e contadino della musica di Bruckner. Il Trio successivo è arioso e aperto ad un idillio di impronta rustica e rievocante un’atmosfera danzante di gusto viennese. Ritorna poi il tema dello Scherzo con gli sbalzi dinamici e certe impennate umoristiche che preannunciano invenzioni strumentali di tipo mahleriano. Imponente e straordinariamente drammatico è il Finale, in cui la seconda frase cantabile viene travolta dalla cadenza entusiasmante di un severo e massiccio fugato; l’orchestra raggiunge il massimo della sua espansione su un ritmo di ostinata forza sonora.

Testo tratto da: https://www.flaminioonline.it/Guide/Bruckner/Bruckner-Sinfonia1.html