I Notturni di Ameria Radio del 15 gennaio 2021 musiche di Ottorino Respighi

A cura di Massimiliano Samsa

Ottorino Respighi (1879 – 1936) – Fontane di Roma, P 106           Poema sinfonico

La fontana di valle Giulia all’alba – Andante mosso

La fontana del tritone al mattino – Vivo, un poco meno allegretto, Più vivo gaiamente

La fontana di Trevi al meriggio – Allegro moderato, Allegro vivace, Più vivace, Largamente, Calmo

La fontana di vita Medici al tramonto – Andante, Meno mosso, Andante come prima

Prima esecuzione: Roma, Augusteo, 11 Marzo 1917

Pittsburgh Symphony Orchestra

Lorin Maazel, direttore

“In questo poema sinfonico l’autore ha inteso di esprimere sensazioni e visioni suggeritegli da quattro fontane di Roma, considerate nell’ora in cui il loro carattere è più in armonia col paesaggio circostante o in cui la loro bellezza appare meglio suggestiva a chi le contempli”.

La fontana di Valle Giulia all’alba

“La prima parte del poema, ispirata alla fontana di Valle Giulia, evoca un paesaggio pastorale: mandrie di pecore passano e dileguano nella bruma fresca e umida di un’alba romana.”

Il brano si apre con il tranquillo gocciolare dell’acqua della fontana di villa Giulia (violini secondi) e col canto degli uccelli nell’alba romana (violini primi). Le melopee degli zampognari che accompagnano le mandrie, sono esposte dal timbro dell’oboe cui risponde il clarinetto. L’oboe dopo una serie di note ribattute riprende il suo tema a terzine. Il corno inglese crea un clima di attesa nel quale si inseriscono l’ottavino ed il fagotto che riprendono il tema iniziale dell’oboe. Il sorgere del sole è affidato ad un cambio di tonalità mentre l’oboe ed il violoncello solo enunciano un tema di intensa cantabilità che viene poi ripreso dal clarinetto. Nella fase conclusiva le mandrie si allontanano accompagnate dal tema iniziale esposto questa volta dal flauto cui rispondono l’oboe ed il clarinetto.

La fontana del Tritone al mattino

“Un improvviso squillare fortissimo dei corni sui trilli di tutta l’orchestra inizia la seconda parte. È come un richiamo gioioso cui accorrono frotte di naiadi e tritoni che s’inseguono e fra gli spruzzi d’acqua intessono una danza sfrenata”.

Le note di Respighi lasciano poco spazio per un’illustrazione di questo quadro, da notare la presenza quasi continua dei corni fin dalla prima battuta che richiamano il suono della conchiglia in cui soffia la divinità marina rappresentata nella fontana. L’elemento tematico del brano esposto da flauti, clarinetti ed arpe viene ripreso dagli archi e dà luogo ad un primo crescendo. Dopo un intermezzo cromatico affidato a flauti e trombe l’atmosfera si fa ancora più viva grazie ai glissando delle arpe che conducono ad uno sfavillante fortissimo. L’atmosfera si smorza e la ripresa del tema cromatico delle trombe ci porta al brano successivo.

La fontana di Trevi al meriggio

“Un tema solenne appare intanto sul mareggiare dell’orchestra. È la fontana di Trevi al meriggio. Il tema solenne passando dai legni agli ottoni assume un aspetto trionfale. Echeggiano fanfare: passa sulla distesa radiosa delle acque il carro di Nettuno tirato da cavalli marini e seguito da un corteo di sirene e tritoni. E il corteo si allontana mentre squilli velati echeggiano a distanza”.

La maestosità della scena ci è presentata subito dal tema principale affidato a fagotti, clarinetti e corni e dialogato poi dagli ottoni. Il crescendo continuo fino al fortissimo coronato dall’ingresso dell’organo ci trasmette l’immagine del passaggio del carro di Nettuno. Il corteo quindi si allontana mentre la melodia dei clarinetti ridà tranquillità alla scena.

La fontana di Villa Medici al tramonto

“La quarta parte si annunzia con un tema triste che si leva su di un sommesso chiocciolio. È l’ora nostalgica del tramonto. L’aria è piena di rintocchi di campane, di bisbigli di uccelli, di brusii di foglie. Poi tutto si quieta dolcemente nel silenzio della notte”.

Questo brano è tutto un intrecciarsi di suoni della natura con il gocciolio dell’acqua della fontana. Il “sommesso chiocciolio” al quale alludono le note di Respighi è affidato ai suoni dell’arpa e della celesta che richiamano gli zampilli della fontana di Villa Medici mentre il “tema triste” è presentato dai flauti e dal corno inglese. Dopo i primi passaggi si fa sentire il rintocco di una campana che la partitura prescrive “molto lontana” e che sarà presente a sprazzi per tutto il brano. Un tema secondario ancora più triste è affidato al violino solo ed ai violini secondi cui rispondono poi i violoncelli. I “bisbigli di uccelli” ed i “brusii di foglie” si ascoltano nell’episodio successivo in cui i trilli degli archi ed i brevi motivi dei fiati sono ispirati al canto degli uccelli. Nella parte conclusiva riascoltiamo il tema principale ed il secondario entrambi affidati ai violini. L’immagine si spegne lentamente finché muore sulle note dei secondi violini.

Terenzio Sacchi Lodispoto

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Alfredo Casella (1883 – 1947) – Sinfonia n.1 in si minore op. 5

I – Lento grave – Allegro vivo – Lento grave – Allegro vivo alla breve

II – Adagio quasi andante – Adagio – Tempo del principio:

III – Lento molto – Presto – Finale. Allegro vivo energico – Maestoso – Tempo I – Allegro ma non troppo – Più allegro assai – Lento – Largo

Orchestra Sinfonica di Roma

Francesco La Vecchia, direttore

La Sinfonia n.1 in si minore op. 5, nonostante sia stata scritta da Casella a soli diciotto anni, testimonia sia la sua innegabile maestria nel gestire una tale compagine orchestrale sia la sua natura di compositore onnivoro, nei cui geni era intessuto il sinfonismo. Basti pensare al tema principale del primo movimento (Lento, grave), trafitto da inquietudini e nostalgia, con un sapore russo (che Casella conosceva benissimo attraverso lo studio delle opere del Gruppo dei Cinque) tanto spiccato da ricordare da vicino Rachmaninov, accentuato ancor più dalla squisita musicalità di Noseda. Già in questo primo esperimento sinfonico si ode netta e distinta la voce di Casella e del suo pensiero che riesce brillantemente a fondere quella cantabilità tutta italiana con una concezione del suono tipica della civiltà strumentale mitteleuropea.