COLTANO: UNA STAZIONE ED UNA STORIA DA NON DIMENTICARE

Approfondiamo l’argomento della stazione di Coltano, in provincia di Pisa, così come promesso agli ascoltatori nella trasmissione dello scorso lunedì di cui propongo il relativo lynk

Guglielmo Marconi, nel 1902, progettò la costruzione in Italia di una potentissima stazione radiotelegrafica per effettuare collegamenti con le Americhe e con le colonie italiane in Africa Orientale. Si sarebbe trattato della prima stazione intercontinentale in Italia e di una delle primissime al mondo. La scelta cadrà sul sito di Coltano, tra Pisa e Livorno, dove i lavori inizieranno nel 1905. Il risultato fu eccezionale e scrisse una pagina importante nella storia delle telecomunicazioni. Lo scienziato aveva in animo l’espansione commerciale della Marconi Wireless Telegraph Company in Italia. La scelta cadde su Coltano anche per l’alta conduttività del suolo, che avrebbe facilitato la trasmissione delle onde radio. Grazie alle sue caratteristiche uniche, la stazione superò molti dei record del tempo. Al momento della sua entrata in servizio, nel 1911, oltre ad essere la prima in Italia, venne salutata dal New York Times come la più potente al mondo, riuscendo a coprire con il proprio segnale circa un sesto della superficie terrestre. Fu anche la prima stazione ad inviare un segnale in grado di oltrepassare l’intero deserto del Sahara raggiungendo Massaua, in Eritrea. Inoltre, per il tramite della stazione di Coltano, dal suo ufficio a Roma, Marconi accese le luci della gigantesca statua Cristo a Rio de Janeiro, il 12 ottobre 1931, in occasione delle celebrazioni per i 439 anni della scoperta dell’America. Coltano aveva una stazione “gemella”, cioè con la stessa struttura del sistema di antenne, installata nel 1914 della società Marconi nelle isole Hawaii. La seconda guerra mondiale enunciò la parola “fine” per il sito di Coltano, con la sua militarizzazione, i bombardamenti e le devastazioni che interessarono tutta l’area di Pisa nell’estate del 1944. La palazzina marconiana e l’intero sito, in completo abbandono, ora attendono un serio ed auspicabile progetto di recupero e valorizzazione.