W. A. Mozart – Il Flauto Magico curiosità, trama e libretto

IL FLAUTO MAGICO…Natura, Ragione, Sapienza         Lo sapevate che…?

1.Curiosità

L’origine del Flauto magico, come quella del Requiem, è coperta da un velo di leggende. Si dice che, con questo lavoro, Mozart abbia salvato il librettista Schikaneder da difficoltà finanziarie e che Schikaneder l’abbia tenuto di buon umore durante la composizione dell’opera, dandogli vino e ostriche. Si dice anche che egli abbia rinchiuso il compositore in una casetta da giardino vicino al teatro. Questa casetta venne portata al Capuziner-Berg vicino a Salisburgo, esattamente come la Santa Casa a Loreto e ogni asse che la compone è probabilmente autentico come quelli della Santa Casa stessa.

2. Curiosità

Durante una delle rappresentazioni dell’opera, alcune conoscenze bavaresi di Mozart sedevano vicino al suo palco. Così riferisce Wolfgang di quella situazione: “I…erano in palco, questa sera e applaudirono ogni cosa con entusiasmo. Ma lui, il nemico di tutti, dimostrò di essere tale bavarese, che dovetti andarmene per evitare di dargli dell’asino. Sfortunatamente, ero accanto a lui proprio all’inizio del secondo atto e cioè alla scena solenne. Egli si burlava di ogni cosa. Dapprima fui tanto paziente da attirare la sua attenzione su alcuni passaggi. Ma egli rideva sempre. Esasperato, lo chiamai” Papageno” e me ne andai. Ma non credo abbia compreso quell’appellativo.”

3. Curiosità

Il Flauto magico è opera pervasa da riferimenti misteriosofici e massonici. Nato e vissuto in ambiente rigidamente cattolico, Wolfgang rimase devoto e praticante per tutta la vita, anche se il suo giudizio sui ministri del culto fu sempre molto severo, con il ricordo della durezza dell’arcivescovo Colloredo, che non si poteva cancellare. Questa libertà di giudizio, che era il vanto della famiglia Mozart, gli permise di aderire alla massoneria, dal1784, nel momento in cui i suoi successi viennesi di pianista e compositore erano al colmo. Fu dunque una scelta libera e disinteressata.

4. Curiosità

Sembra che Mozart abbia esitato ad accettare la proposta di Schikaneder, per timore di un fiasco, dato che, ancora, non si era cimentato a comporre un’opera magica.

In realtà, andato in scena il 30 settembre 1791, Il Flauto magico ebbe un successo che cresceva di sera in sera e che riempì di speranze e di felicità le ultime giornate di vita del suo autore. Lui stesso si rendeva conto di ciò che aveva donato al mondo…:” Ma ciò che mi fa più piacere è l’approvazione muta. E’ evidente che quest’opera sta diventando sempre più popolare…”.

Fu il suo lascito agli uomini, il suo appello agli ideali dell’umanità protesa verso il bene e il bello, contro le forze del male e del buio.

                                                              A cura di Mirella Mostarda

Trama

Personaggi principali:

Tamino – Giovane principe egiziano
Pamina – Figlia della Regina della Notte
Astrifiammante – Regina della Notte, madre di Pamina
Sarastro – Gran Sacerdote del regno della Saggezza
Pappageno – Uomo – Uccello
Monastatos – Moro, carceriere di Tamina


Atto I

L’azione si svolge nell’Antico Egitto, interpretato come un fantasioso mondo magico.

L’Opera inizia con le grida di aiuto di Tamino che, inseguito da un enorme serpente, spossato, sviene.

In quel momento appaiono tre dame vestite di nero che, con le loro spade dalle punte d’argento atterrano il dragone (drago + pitone), poi vanno a riferire alla Regina Della Notte, Astrifiammante, loro padrona.

Vestito di piume, nelle sembianze dell’Uomo Uccello, Papageno entra in scena ed in cambio di cibo, dona degli uccelli alla Regina della Notte.

Tamino si risveglia, vede il serpente morto ai suoi piedi e pensa sia Papageno il suo salvatore che non nega il fatto, ma se ne sta vantando quando ritornano le tre dame che per punire il mentitore gli chiudono la bocca con un lucchetto.

Le dame portano il ritratto di Pamina, figlia della loro Regina, prigioniera dell’Incantatore Sarastro.

Preceduta da tre coppie di fulmini, arriva la Regina della Notte, che promette a Tamino la mano di sua figlia, se egli riuscirà a liberarla.

Le tre dame donano a Tamino, che è rimasto colpito e commosso dal ritratto e giura di liberare la fanciulla, un Flauto Magico, talismano che dovrà sostenerlo durante le prove.

A Papageno che deve accompagnare Tamino nella spedizione viene tolto il catenaccio e gli viene donato un carillon fatato.

Guidati da tre ragazzi, Tamino e Papageno si incamminano verso il Tempio di Sarastro dove Pamina
sta respingendo le impure attenzioni del Moro Monostatos.
Tentando di fuggire, Pamina sviene proprio quando sopraggiunge Papageno che, dopo aver messo in fuga Monostatos, rivela a Pamina che tra breve verrà a prenderla il principe Tamino.

Tamino, intanto arriva di fronte ai tre Templi, sui quali si legge “Tempio della Natura”, “Tempio della Ragione”, “Tempio della Saggezza” e, dopo aver bussato invano ai primi due Templi, vede aprirsi la porta del “Tempio della Saggezza”.

Ne esce un vecchio prete che gli domanda cosa sta cercando, e lui risponde: “L’amore e la virtù”.

“Impossibile”, risponde il vecchio prete, “perché la vendetta brucia in te” e chiede “perché odi Sarastro?”

Tamino risponde “Perché ha rapito Pamina a sua madre” risponde Tamino ed il vecchio prete replica “Ciò è vero, ma per delle ragioni che tu ignori. Quando la mano dell’amicizia t’introdurrà qui, tu capirai la verità”.

Rimasto solo Tamino, sconcertato e disorientato, suona il suo flauto per Pamina che appare con Papageno, inseguiti da Monostatos.

Su un carro tirato da sei leoni, appare Sarastro che interrompe l’inseguimento e Monostatos, colpevole di aver insidiato Pamina, viene punito a bastonate.

Tamino e Pamina si abbracciano, ma Pamina non sarà ancora libera e Sarastro dice che se Tamino e Papageno vorranno entrare nel suo regno, dovranno purificarsi superando tre prove.

Così i due, con il volto velato, vengono sottoposti alle prove.


Atto II

Entra in scena un corteo di diciotto sacerdoti che vanno a sedersi davanti a una piramide, al centro di un boschetto di acacie.

Sarastro dichiara che Tamino si presenta con un cuore generoso per ricercare ciò a cui hanno votato la loro vita e manda un Oratore ad istruire Tamino.

Sarastro termina la sua orazione invocando Iside ed Osiride affinché aiutino spiritualmente Papageno e Tamino, che nel vestibolo del Tempio, vengono interrogati da due Sacerdoti.

Tamino dichiara di aspirare alla conoscenza ed alla saggezza, mentre Papageno, desidera invece una piccola donna gentile.

Quindi iniziano la prima prova: dovranno stare in silenzio, qualunque cosa accada.

Il perfido Monostatos cerca di baciare Pamina, addormentata, ma viene allontanato dalla Regina della Notte che porge un pugnale alla figlia Pamina la incarica di vendicarla uccidendo Sarastro perchè lei stessa è impotente in quei luoghi, perché il suo sposo morendo le lasciò i tesori materiali, ma diede a Sarastro il Settuplice Cerchio Solare.

Monostatos, avendo sentito il dialogo di madre e figlia, minaccia di rivelare l’intrigo se Pamina non l’amerà, ma Pamina supplica Sarastro di risparmiare sua madre, supplica inutile perche il Re non conosce la vendetta e, scacciato il cattivo sacerdote, spiega a Pamina con fare paterno, che l’amore, e non la vendetta, conduce alla felicità.

Papageno e Tamino intanto continuano a mantenere il silenzio; Papageno respinge le avances di un orribile vecchia che pretende avere 18 anni, mentre invece Tamino attira Pamina col suono del suo flauto che vorrebbe parlargli, ma che essendo sottoposto alla prova del silenzio, non le risponde.

Solamente Tamino che ha superato le prime prove con fermezza, sarà ammesso a continuare, mentre Papageno nel frattempo promette tenerezza e fedeltà alla vecchia che si trasforma all’istante in una attraente Papagena, simile in tutto a lui.

In un’altra scena vediamo tre giovani impedire a Pamina, disperata perchè crede di aver perso l’amore di Tamino, di uccidersi con lo stesso pugnale di sua madre: poi interviene un sacerdote che la tranquillizza e la rassicura della fedeltà di Tamino.

In un’altra scena due sacerdoti sorvegliano l’entrata dei sotterranei del Tempio: chiunque avanzi su questo cammino e non temerà la morte, verrà purificato dalla Terra, dall’Acqua, dall’Aria e dal Fuoco e risorgerà allora dalla terra verso il cielo.

Tamino risoluto a proseguire viene raggiunto dall’amata Pamina, che decide di accompagnarlo nelle ultime prove.

Lei gli racconta l’origine del Flauto Magico, eredità di suo padre, antico Maestro di una Fraternità Solare, che intagliò il flauto dalla radice di una quercia antica, in un’ora incantata, fra tuoni, fulmini e tempesta.

(pubblicita’ VI A3)
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Tamino suona allora il flauto ed in quel momento si scatenano le forze astrali, fiamme, ombre, bagliori si sprigionano, ma Tamino e Pamina, protetti in una invisibile piramide di energia, rimangono imperturbabili.

Per l’ultima volta appare Monostatos che si è alleato con la Regina della Notte, la quale con le tre dame tenta un ultimo attacco contro il tempio, ma in quel momento sorgono in piena gloria Sarastro, Tamino, Pamina, nella sacralità del santuario.

I complici ritornano nel loro tenebroso reame, sovrastati da un terribile fracasso e da tre potenti tuoni: la grande scena finale dove gli Iniziati accolgono Pamina e Tamino nel Tempio del Sole cantando “per voi risplende un nuovo giorno, senza più ombra ne velo, poiché qui dove il cielo è sempre lieto, vi si riserva BELLEZZA, SAGGEZZA, AMORE … per l’eternità”.

Fonte settemuse.