A cura di Maria Teresa Ferrante e Paolo Pellegrini.
Tomaso Albinoni – 12 Concerti a cinque op.10
Compositore e violinista italiano, appartenente alla stagione musicale del barocco, infatti nasce a Venezia nel 1671 e muore, sempre a Venezia nel1750.
Purtroppo abbiamo la mancanza quasi assoluta di notizie riguardanti l’attività musicale esplicata da Albinoni nella sua Venezia durante un periodo di quasi mezzo secolo.
Ne dà conferma il Caffi nella sua Storia della musica teatrale, scrivendo a proposito di Albinoni.: “Visse egli sempre in Venezia, ove il teatro e la scuola gli portavan considerabile e continuo profitto, quantunque il di lui stile di una certa finezza mancasse, grato assai riusciva nondimeno per molto nerbo e popolarità”.
Gli interessi di Tomaso Albinoni hanno coperto tutti gli aspetti della musica del suo tempo. Purtroppo molte sue composizioni sono andate perdute e a noi restano 12 raccolte a stampa di musica strumentale oltre un certo numero di musiche manoscritte.
Nel 1735, anno di uscita dei “12 Concerti” che formano l’Opera 10 di Tomaso Albinoni, erano ormai passati quindici anni dall’ultima pubblicazione di Concerti da parte del musicista veneziano (L’Opera 9 risale infatti al 1922). Raccolta assai poco conosciuta che vanta una discografia estremamente povera.
Fatta eccezione per pochissime opere, la produzione di Albinoni è sempre stata ai margini del grande repertorio, come dimostra il fatto che nel 1961 l’ultima raccolta del compositore veneziano era ancora del tutto ignota anche ai principali studiosi del Barocco italiano. I concerti dell’op. 10 furono riscoperti quell’anno in due piccole collezioni private.
Albinoni dedicò i concerti dell’op. 10 al marchese di Castelar Don Luca Fernando Patiño, che era arrivato in Italia come comandante di un esercito spagnolo. In considerazione del rango elevato del dedicatario, Albinoni scrisse concerti ricchi di personalità e dallo stile molto originale. Se si considera la linea melodica, questi concerti denotano una scrittura molto moderna per gli anni Trenta del XVIII secolo, mentre la parte del basso continuo si riallaccia a quelle delle op. 2 e op. 5.
Nei concerti a cinque dell’opera 10, si afferma in modo definitivo la caratteristica del concerto per strumento solista nell’alternarsi del solo col tutti e nella suddivisione ternaria del ciclo secondo lo schema allegro-adagio-allegro. L’organico che li caratterizza è composto da un violino solista, 2 violini, 1 viola, 1 violoncello e il basso continuo.
Questi concerti segnano così il confine di un quarantennio di attività straordinaria da parte di Albinoni, che racchiude anche il meglio della musica veneziana e del concerto barocco. Aveva iniziato a pubblicare la sua musica alla fine del XVII secolo definendosi un “Musico di violino, dilettante veneto”, dimostrandosi in tal modo assai modesto.
Nelle sue illuminanti note di copertina, Michael Talbot definisce questi concerti «decisamente “insoliti”, in quanto si discostano notevolmente dallo stile che ci si aspetterebbe di trovare nelle opere di un compositore attivo negli anni Trenta del XVIII secolo, tuttavia si tratta di lavori molto peculiari per Albinoni, che rappresentano la conclusione più logica della sua parabola artistica».