G. Rossini – Il Barbiere di Siviglia – Curiosità, Trama e Libretto

Il Barbiere di Siviglia… “l’inutile precauzione”

Lo sapevate che?

  1. Curiosità

Rossini giudicava “fatica perduta” scriver musica elevata come quella di Spontini; in realtà l’apprezzava, anche se lui cercava una produzione che avesse la garanzia della popolarità. Tuttavia Rossini farà “musica elevata”, perché ne aveva tutte le geniali e immense possibilità, anche se non sempre la voglia. Ma stimava Spontini fino al punto di calare di peso una melodia della Vestale sopra le note del Barbiere:

                    Mi par d’esser con la testa

                    In un’orrida fucina.

  • Curiosità

L’abitazione riservata al maestro a Roma, durante la composizione del Barbiere, era al primo piano del Palazzo Pagliarini, nel vicolo dei Leutari. Nel 1872 il Municipio di Roma fece apporre sulla facciata del palazzo questa epigrafe:

                        Abitando questa casa

                       GIOACCHINO ROSSINI

                   trovò le armonie sempre nuove

                         del Barbiere di Siviglia

                                  S.P.Q.R

                                     1872

  • Curiosità

A Roma, Rossini firmò un contratto col duca Francesco Sforza Cesarini, impresario del teatro Argentina, per un’opera comica su libretto di Cesare Sterbini. Il 16 gennaio Sterbini non aveva ancora iniziato la stesura del libretto; l’opera doveva andare in scena il 5 febbraio, ma fu rappresenta due settimane più tardi, il 20 febbraio.  Se togliamo dalla somma dei giorni una settimana necessaria per le prove, è facile dedurre che Rossini scrisse il suo capolavoro comico in poco più di quindici giorni.

  • Curiosità

Rappresentata il 20 febbraio 1816 al teatro Argentina, Il Barbiere di Siviglia fu fischiato, nonostante le “inutili precauzioni” prese da Rossini stesso per non urtare la suscettibilità dei fautori di Paisiello, che aveva musicato lo stesso soggetto. La schiera dei seguaci e ammiratori di Paisiello, accresciuta da un manipolo di malevoli e invidiosi, organizzò una gazzarra ostile, per cui l’opera fu un vero fiasco. Ma le recite successive furono suggellate da un pieno successo.

  • Curiosità

Al libretto dell’opera era premesso un Avvertimento al Pubblico

Che suonava così: “La commedia del sig. Beaumarchais, intitolata Il Barbiere di Siviglia, ossia l’Inutile precauzione, si presenta in Roma ridotta a dramma comico, col titolo di Almaviva, ossia l’inutile precauzione, all’oggetto dei sentimenti di rispetto e di venerazione che animano l’autore del presente dramma, verso il tanto celebre Paisiello, che ha già trattato questo soggetto sotto il primitivo titolo”.

                                                        A cura di Mirella Mostarda

Trama

Atto I

A Siviglia, mentre è ancora buio, vicino alla casa di Don Bartolo arriva il conte d’Almaviva con il suo servitore Fiorello e alcuni musicisti (Piano, pianissimo) per cantare la serenata alla sua amata Rosina (Ecco, ridente in cielo); ma lei non si affaccia alla finestra, e il conte diventa impaziente; congeda i musicisti, dopo averli pagati, e aspetta in silenzio che lei appaia. Ma invece appare prima Figaro, il barbiere; si avvicina cantando, come sempre di buonumore, lieto di iniziare il suo lavoro alla bottega (Largo al factotum) . Inevitabile l’incontro con il conte, che Figaro conosce e saluta; il conte ne approfitta per chiedergli qualche informazione su Rosina e Figaro gli spiega che Don Bartolo non è il padre di Rosina, ma il suo tutore, e che ne è molto geloso. Rosina si affaccia finalmente alla finestra, ma il suo tutore la sorveglia sempre e dopo poco la fa rientrare in casa; lei comunque si è accorta della presenza del conte, che su suggerimento di Figaro le dichiara il suo amore cantando una canzone in cui si presenta come Lindoro, un semplice studente (Se il mio nome saper voi bramate); il conte, infatti, vuole che Rosina lo ami per ciò che è, e non perché attratta dal suo titolo. Rosina risponde al canto, facendo capire di corrispondere ai suoi sentimenti. Poiché Figaro conosce bene quella casa, il conte gli chiede di aiutarlo a far fuggire Rosina; naturalmente il conte lo pagherà bene per i suoi servigi. Il barbiere accetta (All’idea di quel metallo) e infatti dà subito un bel suggerimento al conte: per introdursi in casa, potrebbe travestirsi da soldato e chiedere ospitalità; in più, se si finge ubriaco, Don Bartolo sarà ancor meno diffidente ed accetterà di fargli passare la notte lì.
Nel frattempo Rosina, già molto innamorata di ‘Lindoro’ (il conte), si prepara ad affinare l’astuzia per contrastare il suo perfido tutore (Una voce poco fa) .
Intanto Don Basilio, il maestro di musica, informa Don Bartolo che il conte d’Almaviva è in città, e gli consiglia di screditare la sua immagine inventandosi una calunnia su di lui (La calunnia è un venticello). Ma Don Bartolo preferisce invece affrettare il matrimonio con Rosina, e insieme a Don Basilio già prepara l’atto di nozze.
Figaro, introdottosi in casa, rivela a Rosina che Don Bartolo si appresta a sposarla, ma che il conte la aiuterà a scappare; lei ne è felice (Dunque io son… tu non m’inganni?)e gli consegna un biglietto per lui. Subito dopo però Don Bartolo, sempre sospettoso di tutto e di tutti, le fa mille domande su cosa le abbia detto Figaro, sul perché lei abbia il dito sporco di inchiostro, ecc… La poverina inventa lì per lì qualche scusa, ma Don Bartolo capisce che c’è qualcosa che non va e le dice che ci vuol altro per ingannare un dottore come lui (A un dottor della mia sorte).
Va a chiedere anche ai servitori cosa abbia fatto Figaro, ma sia Berta sia Ambrogio non gli sanno dire niente, perché Figaro gli ha somministrato qualche farmaco che ha fatto venire a una il raffreddore e all’altro sonno.
Intanto arriva sera e il conte, fingendosi un soldato ubriaco, si presenta a casa di Don Bartolo (Ehi di casa… buona gente…) e gli chiede ospitalità. Don Bartolo però è diffidente, cerca scuse per liberarsene; si crea molta confusione, e alla fine irrompono anche i gendarmi per condurre via il ‘soldato’, ma… proprio allora il conte si fa riconoscere dal comandante, il quale si scusa con lui e fa ritirare le truppe. Don Bartolo rimane di stucco (Fredda ed immobile).

Atto II

Con un secondo travestimento il conte prova di nuovo ad introdursi in casa di Rosina; questa volta si presenta come ‘Don Alonso’ (Pace e gioia sia con voi), maestro di musica venuto a sostituire Don Basilio, perché malato. Rosina capisce che quello è il suo amato ed è felicissima di prendere lezione di musica da lui (Contro un cor che accende amore).

Figaro intanto si presenta per tagliare i capelli a Don Bartolo: in questo modo offre ai due giovani la possibilità di parlarsi, e inoltre sottrae le chiavi di casa a Don Bartolo.
Malauguratamente Don Basilio, che non è affatto malato, si presenta in casa proprio in quel momento, e allora si crea di nuovo una gran confusione. Il conte allunga una borsa di denaro a Don Basilio per convincerlo ad andare via (Don Basilio! Buona sera, mio signore), lasciando di nuovo Don Bartolo molto stupito e allarmato. Egli decide allora di ricorrere alla calunnia: avendo capito che il conte si è presentato a Rosina con l’identità di Lindoro, le dice che lui le ha mentito per ingannarla. Rosina, amareggiata, per il dispetto acconsente allora a sposare Don Bartolo.
Venuto a sapere che per quella sera era prevista una fuga, Don Bartolo fa sorvegliare la casa. Berta si lamenta che non c’è mai pace (Il vecchiotto cerca moglie).
Quando quella sera, insieme a Figaro, arriva il conte per far fuggire Rosina da quella casa, lei lo rifiuta; il conte però, capito l’inghippo che si è creato, chiarisce a Rosina la sua identità, e le spiega perché si sia presentato con il nome di Lindoro, dichiarandole di nuovo il suo amore. Rosina allora accetta di sposarlo (Ah! qual colpo inaspettato) , e a Don Bartolo non resta che arrendersi (Cessa di più resistere). La sua consolazione è che non dovrà pagarle la dote, perché il conte, magnanimamente, dichiara di non averne bisogno. Tutti lodano la felice unione .