G. Donizetti “L’Elisir d’Amore”- curiosità, trama e libretto

L’ELISIR D’AMORE…”la legge del presto”

Lo sapevate che?

  1. Curiosità

Nel marzo del 1832, bussa alla porta di Donizetti Alessandro Lanari, soprannominato il “Napoleone degli impresari”.

Se commissionava un’opera, Lanari non badava a spese e l’allestiva nel migliore dei modi. Aveva avuto in appalto il teatro della Cannobiana, a Milano, che era una specie di Scala in piccolo. Solo la destinazione era diversa: la Scala era il teatro dei signori, la Cannobiana quello dei borghesi che imitavano i signori.

  • Curiosità

A teatro, i borghesi, come i signori, mangiavano nei palchi, ma forse con meno riserbo e più appetito. Mentre i cantanti si esibivano, si sentivano le ganasce addentare delle saporite cotolette e le labbra risucchiare il minestrone. Hector Berlioz, di passaggio a Milano, andò alla Cannobiana ad ascoltare un’opera e non sentì nulla, per il rumore dei piatti e delle pentole.

  • Curiosità

Quando il Lanari gli chiese un nuovo lavoro, Donizetti non ci pensò due volte. Uno dei limiti di Gaetano era quello di non saper dire di no e di non selezionare. Si buttava e basta. Per questo la critica più esigente lo chiamava “Dozzinetti”, storpiando il nome, per sottolineare che, scrivi oggi, scrivi domani, la sua musica era spesso dozzinale.

  • Curiosità

Questa volta, però, la “legge del presto”, per usare un’espressione dello stesso Donizetti, gli porterà fortuna. Leggenda vuole che la nuova opera, librettista Felice Romani (altro stakanovista della penna), venisse scritta in quattordici giorni. Probabilmente furono due mesi di lavoro. Quattordici giorni o due mesi poco importa. Il risultato fu L’Elisir d’amore: un grande capolavoro di Donizetti e una delle opere più incantevoli di tutti i tempi.

Alla prima, accolta con grande entusiasmo dal pubblico, seguirono trentaquattro recite consecutive…

Tutta Milano vide L’Elisir d’amore!!!

                                                        A cura di Mirella Mostarda

  • Adina, ricca e capricciosa fittaiuola – soprano
  • Nemorino, coltivatore, giovane semplice, innamorato di Adina – tenore
  • Belcore, sergente di guarnigione nel villaggio – baritono
  • il dottore Dulcamara, medico ambulante – basso buffo
  • Giannetta, villanella – soprano
  • Villani e villanelle, soldati e suonatori del reggimento, un notaio, due servitori, un moro – cori e comparse

Trama

L’azione ha luogo in un villaggio dei paesi baschi alla fine del XVIII secolo.

  • ATTO I

La giovane Adina se ne sta in disparte, leggendo delle vicende di Tristano e Isotta, mentre i mietitori riposano all’ombra. Intanto, l’umile contadino Nemorino la osserva da lontano, esprimendo per lei tutto il suo amore e la sua ammirazione, dolendosi della propria incapacità di conquistarla. I contadini chieno ad Adina di renderli partecipi delle sue letture; lei comincia a leggere delle peripezie di Tristano e del filtro magico che lo ha aiutato a far innamorare di sè la regina Isotta.
Mentre Nemorino sogna di trovare questo magico elisir, arriva in paese il sergente Belcore, con lo scopo di arruolare nuove leve.
Belcore – anch’egli innamorato di Adina – le chiede di sposarlo; lei evita una risposta e dice di volerci pensare un po’ su.
Adina espone a Nemorino la sua teoria circa l’amore: l’amore fedele e costante proprio non fa per lei…
in quel mentre arriva in paese il dottor Dulcamara; egli in realtà è un truffatore che, girando di paese in paese, vende i propri miracolosi preparati medicinali. Nemorino coglie la palla al balzo e gli chiede se abbia un elisir che faccia innamorare le persone. Il ciarlatano pesca dal mucchio una bottiglia di vino bordò e gliela vende, fornendo precise istruzioni: la pozione avrà effetto dopo ventiquattro ore (il tempo utile per permettergli di fuggire indisturbato dal paese…).
Nemorino beve tutta l’ “elisir” e si ubriaca. Ciò lo fa diventare disinvolto, quel tanto che basta per mostrarsi indifferente nei confronti di Adina. La giovane contadina, abituata com’è a sentirsi desiderata, prova fastidio verso Nemorino. Per ripicca decide dunque di accettare la proposta di Belcore e sposarlo quel giorno stesso, prima che lui riparta.
Nemorino crede fermamente nell’elisir da lui bevuto, cerca per questo di convincere Adina a spostare la data delle nozze per permettere all’elisir di fare effetto. Adina non lo ascolta e se ne va con il sergente Belcore.

  • ATTO II

Fervono i preparativi per le nozze. Adina vuole aspettare che venga sera per celebrare le nozze, perche vuole che assista anche Nemorino, per punirlo della sua indifferenza. Intanto Nemorino vorrebbe comprare un’altra bottiglia di elisir da Dulcamara, ma non ha i soldi. Decide quindi di arruolarsi per avere la paga. Il sergente Belcore riesce così ad allontanare lo scomodo rivale.
Giannetta sparge in paese la notizia che Nemorino ha ottenuto una grande eredità da un parente recentemente deceduto. Questo non lo sanno né l’interessato, né Adina, né Dulcamara: la novità fa sì che le ragazze del paese corteggino Nemorino e questi pensi sia l’effetto dell’elisir. Dulcamara resta perplesso, Adina si ingelosisce.
Quando Dulcamara racconta ad Adina di aver venduto l’elisir d’amore a Nemorino, lei capisce che di essere la sua amata. Una lacrima negli occhi di Adina tradisce i suoi sentimenti; Nemorino, vedendola, capisce di essere ricambiato.
Adina entra in possesso del contratto di arruolamento di nemorino e glielo rende, consigliandogli di rimanere in paese. Nemorino, dopo aver tanto penato, vorrebbe una dichiarazione d’amore da lei. Quando infine dichiara di volersene andare, Adina cede e dichiara il suo amore.
La scena si conclude con Belcore che se ne va, convinto di trovare altre ragazze da corteggiare, e Dulcamara trionfante e incredulo per il successo ottenuto dal suo improbabile elisir.

Fonte cantarelopera.com