G. Bizet – Les pècheurs de perles (I pescatori di perle) – trama e libretto

TRAMA

Atto I

Su una spiaggia, vicino al tempio dedicato a Brahmā, un gruppo di pescatori di perle danza e canta. Hanno deciso di scegliere un capo che li guidi e li protegga e la scelta cade su Zurga (baritono), a cui tutti giurano obbedienza. Sopraggiunge il pescatore Nadir (tenore), amico di gioventù di Zurga che non rivedeva da parecchi anni. Rimasti soli, i due amici rievocano un misterioso episodio che ancora li turba, accaduto una sera di molti anni prima alle porte di Kandy: l’apparizione di una donna bellissima e velata, al cui passaggio la folla si chinava e che rivolse ai due giovani uno sguardo intenso. Quella visione è rimasta nei loro cuori, ma entrambi giurarono che non avrebbero mai più cercato di ritrovare la giovane in nome dell’amicizia e che nessun sentimento d’amore per una donna avrebbe mai potuto dividerli.

Una piroga attracca sulla spiaggia; gli anziani dell’isola ne fanno scendere una fanciulla velata, Léïla (soprano), accompagnata dal sacerdote Nourabad (basso). I pescatori danno il benvenuto all’ospite che è stata scelta fra molte vergini e la invitano a cantare e pregare per allontanare gli spiriti delle onde e proteggere i pescatori. La vergine consacrata pronuncia un giuramento di fedeltà e castità e promette di non togliersi mai il velo, pena la morte. Dovrà attendere su una roccia, sola, tutta la notte, affrontando se necessario anche la tempesta. Quando Nadir, impietosito dal pericolo che incombe sulla sacerdotessa, le si avvicina, Léïla riconosce in lui il giovane incontrato a Kandy e mai dimenticato. Nasconde però il suo turbamento e, dopo aver rinnovato le sue promesse, si avvia verso il tempio con Nourabad.

Si fa sera: i sacerdoti accendono i fuochi, Nadir pensa all’affascinante creatura di cui sente ancora aleggiare nell’aria la voce e si assopisce su una stuoia. Viene svegliato dal canto di Léïla che, attorniata dai fachiri, invoca il dio Brahmā. Nadir scivola verso la roccia, si avvicina alla fanciulla e la chiama. Nel chinarsi verso di lui, Léïla fa cadere il velo: i due finalmente si riconoscono.

Atto II

Scena dal 2º atto (Metropolitan Opera House, 1916)

È notte. Léïla incontra Nourabad presso le rovine di un tempio e gli narra di essersi imbattuta da bambina in un uomo inseguito da una turba di nemici, di averlo salvato e di aver ricevuto da lui in segno di gratitudine una collana (più tardi si scoprirà che quest’uomo è Zurga). Poi, rimasta sola, vince la paura pensando al giovane che ama e di cui le sembra di sentire la presenza calda e rassicurante accanto a sé. Ma non è una suggestione: cantando una canzone malinconica, Nadir le si avvicina e i due giovani finalmente si dichiarano, decidendo di sfidare il destino pur di non rinunciare al loro amore.

È in arrivo un pauroso temporale. Gli innamorati si separano ma Nourabad, che li ha scorti, ordina alle guardie di arrestare Nadir. Sopraggiunge tuttavia Zurga che, forte del suo potere, ordina ai pescatori di liberare i prigionieri. Ma quando Nourabad strappa il velo a Léïla ed egli riconosce la fanciulla del tempio, credendosi tradito dall’amico, ordina che i due vengano tratti a morte.

Atto III

È ancora notte, il temporale sta per cessare. Zurga, passato il primo momento di furore, è pentito di aver condannato a morte l’amico e la donna amata; ma quando Léïla si reca da lui supplicandolo di uccidere solo lei e di salvare Nadir, egli cade preda di una furiosa gelosia e cambia nuovamente parere: morranno entrambi.

Ormai rassegnata alla fine, Léïla consegna a un giovane pescatore la collana ricevuta dallo sconosciuto, pregandolo di consegnarla a sua madre. Zurga riconosce l’oggetto: è lui il fuggiasco che l’ha donato alla bambina, a cui deve la vita.

La scena cambia: Nadir è in catene accanto al rogo, già approntato per il supplizio. Attorno a lui gli indiani bevono e danzano freneticamente. Quando Nourabad e i fachiri stanno per dare inizio all’esecuzione un violento bagliore rosso illumina il fondo della scena. Gli indiani corrono atterriti alle loro tende e Zurga – che ha attizzato l’incendio per favorire la fuga dei prigionieri – spezza le loro catene; rimane quindi solo nella foresta in attesa che si compia il suo destino.