APPROFONDIMENTO SU : TRASMETTITORE ONDE MEDIE E ETA BETA

Care Ascoltatrici e cari Ascoltatori, qualche giorno fa abbiamo presentato il libro UN TRASMETTITORE OM PER AMICO. Le riflessioni che abbiamo fatto hanno stimolato il presente approfondimento. Seguiranno alcune foto e stralci dalla pubblicazione.

La passione per le radio d’epoca mi ha portato a conoscere tanta gente e vivere esperienze veramente originali.

Durante le visite ai mercatini, ai negozi di usato, e nei contatti con privati, ho potuto assaporare uno spaccato di vita vissuta che mi ha notevolmente arricchito.

Dopo tanti anni ho anche constatato come non esista un limite all’imprevedibile: sarebbe errato considerare un’esperienza vissuta come il massimo di ciò che ci potesse accadere nella vita perché, in ogni caso, ce ne potrà essere sempre un’altra a mettere in discussione le credenze acquisite.

Con questo spirito mi appresto a raccontare un episodio che mi coinvolge come collezionista di radio ma, soprattutto, come persona.

E’ la storia di una bella amicizia gemmata da comuni interessi e fortemente irrobustita da una modalità non dissimile di dare peso ai valori fondanti la nostra esistenza.

                                                                              L’Autore

Per una serie di ragioni ho avuto occasione di conoscere il protagonista di questa storia.

Volendogli fare una sorpresa non citerò il suo nome. Lo chiamerò convenzionalmente  ETABETA. La scelta è caduta su questo personaggio per una serie di motivazioni:

  • Ha una genialità ed una fantasia decisamente oltre misura, in ogni caso al di fuori del convenzionale;
  • Ha una passione smisurata per TOPOLINO e continua a leggerlo pur essendosi allontanato da tempo dall’età adolescenziale;
  • Vive in una città che ha dato i natali ad uno dei più grandi disegnatori contemporanei di Topolino.

Con Etabeta è nato subito un bel rapporto. Con lui condivido la passione per la famiglia, il lavoro e la tecnologia. E’ il nonno che tutti i nipotini vorrebbero avere, l’amico con cui ci si vorrebbe confrontare. Non esiste oggetto all’interno della sua casa che non sia passata attraverso la “forca caudina” del suo ingegno: niente è normale, anche se lo sembra. Tutto è ottimizzato in funzione di una ricerca senza sosta. Etabeta non compera giocattoli per i nipoti, li fabbrica. Non acquista lo stereo per ascoltare musica, lo assembla fino ad ottenere qualità e risultati che la normale industria produttrice si sogna.

La sua inesauribile vulcanicità, in uno con una generosità senza pari, lo portano ad essere apprezzato da tutti e tenuto nella dovuta e meritata considerazione.

Tutti ricorrono a Etabeta quando c’è da escogitare qualcosa, quando, oltre alle attività correnti della vita civile, sia richiesta un po’ di fantasia. Quest’ultima, purtroppo,  sta diventando un bene sempre più raro. La maggior parte delle persone sembra ritenere che la sua ricerca sottragga tempo prezioso all’arrampicata sociale e che non valga la pena rincorrerla. A ben pensare non sono assolutamente d’accordo; qualsiasi professione venga svolta necessita di un contributo di curiosità e fantasia in grado di fare la differenza e qualificare quanto già svolto, pur con la massima professionalità.  Anche su questo mi trovo in linea con Etabeta.

In più occasioni abbiamo parlato della mia passione per le radio d’epoca e fatte tante chiacchiere in argomento.

Aveva fatto il militare in una struttura vicina alla sua attuale abitazione, con possibilità di maneggiare radio ed apparati bellici che, seppure non proprio oggetto della mia collezione, costituivano il presupposto per discutere di ricezioni e trasmissioni.

Tra i vari argomenti si è parlato della interruzione delle trasmissioni in Onde medie da parte della RAI ed altre emittenti[2], con la logica conseguenza di rendere pressoché orfane le vecchie radio.

In questo modo il radio ascolto è seriamente compromesso e relegato alle emittenti straniere. Viene meno il fascino dell’ascolto in italiano, del giornale radio e di tutte quelle trasmissioni che hanno nobilitato il glorioso passato delle radiocomunicazioni.

Lo vedevo particolarmente interessato, soprattutto dopo l’esplicita domanda “Ma tu ora come fai a verificare il funzionamento delle tue radio senza le principali emittenti in OM?”. “Mi riferisco a quelle straniere, soprattutto la sera quando le emissioni sovra nazionali si moltiplicano” rispondevo.  Percepivo un interessamento non comune in lui, non tipico di un argomento di mera conversazione, come se stesse tramando qualcosa in merito.

In modo malcelato me lo stava trasmettendo: gli stava balenando qualche pensiero in testa e la sua incontestabile fragranza non gli consentiva di nasconderlo agevolmente.

Era sicuramente qualcosa riferito  alle trasmissioni e ricezioni in onde medie ma non capivo “dove voleva andare a parare”, come si dice dalle mie parti in simili circostanze.


………………………………….. Dopo pochi giorni dal nostro ultimo incontro Etabeta mi invita a casa sua dicendo che aveva preparato una sorpresa.

In men che non si dica sono da lui e, non lo nego, sorpresa è dire poco!. Aveva costruito un trasmettitore valvolare in onde medie di sana pianta. Lo aveva inserito in un elegante mobiletto in legno, impreziosito da un’antenna a telaio degli anni ’20. Le valvole erano in bella vista, sopra il mobile di legno, insieme all’antenna, stile Ramazzotti[1].

Il trasmettitore è dotato di un ingresso di Bassa Frequenza, con possibilità di collegare qualsiasi apparato e, conseguentemente, trasmettere quanto prodotto.

Le radio riceventi sintonizzate in OM, presenti all’interno della stanza, possono ricevere detti segnali.

Intanto che mi spiegava il funzionamento del trasmettitore Etabeta sembrava ricercare con lo sguardo la mia reazione. Fin da subito non gli ho nascosto grande meraviglia. Era proprio quello che mi mancava. Avrei potuto far parlare le mie radio con trasmissioni scelte da me, impostare delle didattiche, delle presentazioni e quant’altro.

Ancora una volta Etabeta aveva fatto breccia riuscendo a stupire per come si era ingegnato.

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Nel suo insieme lo strumento è particolarmente gradevole.

Richiama un design ed una tecnica di costruzione di altri tempi.

La scatola è in legno, i componenti attivi (valvole) sono visibili perché posti nella parte superiore del mobile.

Vicino insiste l’antenna a pantografo ed il jack per l’ingresso del segnale di bassa frequenza.

Al sapore decisamente vintage affianca un’eleganza ed un design senza tempo.

Sul frontale vi è posto un interruttore, un led spia ed una manopola per la modulazione della frequenza di trasmissione.

La scala graduata è particolarmente sensibile ed azionata dalla manopola di cui sopra per il tramite di una puleggia e funicella di sintonia.

……………………………. Mi unisco alla schiera dei “preoccupati”: con la fine delle trasmissioni OM si rischia di perdere un importante pezzo di storia.

Sarebbe opportuno porvi rimedio provando, una volta tanto, a non inseguire in modo troppo puntuale le regole del mercato.

Il nostro Paese ha dato i natali a Guglielmo Marconi, padre della radio. E’ opportuno che avochi a sé il dolce peso della memoria, a beneficio delle future generazioni. Questa grande responsabilità può ragionevolmente comprendere e stimolare il mantenimento di trasmissioni in Onde Medie a beneficio di tutti gli appassionati e in onore del grande Inventore.

Nel frattempo, per quanto mi riguarda, con il contributo di Etabeta, avrò la possibilità di far funzionare le mie vecchie radio con il trasmettitore appena descritto, addirittura programmandone le trasmissioni.

Sto sperimentando anche delle didattiche, realizzando degli MP3 tematici sulla storia della radio e su argomenti particolari riguardanti gli apparati della mia collezione.

L’apparecchio di Etabeta non sarà utilizzato solo come mero tester ma anche nel pieno rispetto della sua originaria funzionalità, la trasmissione di informazioni.

L’ho già posizionato nella mia stanza, in mezzo a tanti “adepti” che aspettano di riceverle, rigorosamente in Onde medie. 

Il tutto grazie al mio amico Etabeta la cui sapienza e generosità hanno consentito tutto questo.

Grazie Etabeta!