Radio Co.Ra., acronimo di COmmissione Radio, è il nome dato all’emittente clandestina gestita dai membri del Partito d’Azione fiorentino allo scopo di mantenere i contatti tra i comandi alleati e la Resistenza toscana durante il 1944.
Durò 5 mesi, da gennaio a giugno 1944. La sua prima sede fu presso Piazza dell’Indipendenza e la frase detta durante la prima trasmissione di prova fu “L’Arno scorre a Firenze”. I messaggi venivano trasmessi in alfabeto morse, ulteriormente criptato, e il luogo di trasmissione e ricezione veniva spostato in continuazione per evitarne la localizzazione.
Ideatori del progetto furono Carlo Ludovico Ragghianti ed Enrico Bocci. Poterono contare sul supporto di molti collaboratori tra i quali Gilda La Rocca, ufficialmente segretaria dello studio legale di Bocci, i cui compiti erano: decriptare i messaggi e spostare la radio da una zona all’altra di Firenze.
Gilda trasportava la radio all’interno di un borsone della spesa. Nella parte superiore metteva qualche ortaggio per confondere le idee. Una domenica mattina, durante un trasporto, le si avvicinò un repubblichino con il lodevole intento di portarle la spesa. Per evitare che si accorgesse del contenuto le diede un manico e l’altro lo porto lei, sollevandolo per alleggerire il carico del suo aiutante. Fu un viaggio faticosissimo ma alla fine la scampò e riuscì a portare la radio a destinazione. Il 7 giugno 1944 i nazisti individuarono con il radio goniometro la ricetrasmittente in piazza d’Azeglio. Il giovane radiotelegrafista Luigi Morandi, sorpreso alla radio, ebbe la prontezza di sottrarre una pistola ad un soldato tedesco e di ferirlo a morte. Poi, a sua volta, venne colpito e morì due giorni più tardi in ospedale. Tutti gli altri vennero arrestati. Bocci fu fucilato dopo giorni di tortura e il suo corpo non è mai stato ritrovato. Il resto del commando, prima di essere inviato nei lager, fu torturato a Villa Triste. Gilda, spezzata dalle torture e dai patimenti, tentò due volte il suicidio senza riuscire nell’intento. Ce la fece, però, a scappare prima dell’arrivo in Germania e a mettersi in salvo. La sua testimonianza è stata preziosa per ricostruire la storia di radio Co.Ra. e dei suoi ispiratori. Con il loro operato ed il loro sacrificio hanno consentito alla radio di svolgere la sua funzionalità di strumento di pace e di benessere per l’umanità