LE RADIO POPOLARI ITALIANE E TEDESCHE

I regimi totalitari si sono da sempre impadroniti dei media per diffondere le loro idee al popolo. Riportiamo appresso le esperienze italiana e tedesca degli anni ’30 e ’40 dello scorso secolo.

Due esperienze parallele che tanto ci dovrebbero insegnare.

Tuttora.

LE RADIO POPOLARI IN GERMANIA

L’avvento del nazismo, lo stesso mantenimento del potere da parte di Hitler e dei suoi accoliti, è stato determinato da una delle più potenti armi del Novecento, abilmente sfruttata da tutti i totalitarismi: la propaganda. Il cinema, ma soprattutto la radio (che per la prima volta entrava in quasi tutte le case tedesche e veniva scientificamente collocata in tutti i luoghi pubblici, le cosiddette “radio del popolo”) offrirono al nazismo uno straordinario strumento per l’esaltazione del Führer e delle realizzazioni del regime. 

Dietro a questa efficiente e colossale macchina c’era un geniale manovratore, paradossalmente minuto, un uomo che amava farsi chiamare “Herr Doktor”, non arrivava al metro e cinquantatré di altezza e pesava 45 chili: era Joseph Goebbels, il più fedele ed esaltato uomo del Führer, l’artista dell’uso dell’equivoco (“Qualsiasi bugia, se ripetuta frequentemente, si trasformerà gradualmente in verità”), l’uomo che con lui sarebbe morto nell’ultimo giorno, l’uomo che, prima di compiere questo estremo atto di fedeltà a Hitler, avvelenò tutta la sua famiglia.

Nominato capo della propaganda nazista in tutta la Germania, iniziò a servirsi dell’arma principale della sua azione propagandistica che fu, come detto, la radio. Il gerarca nazista capì che la radio poteva diventare la voce del regime in ogni casa tedesca. La radio, oltretutto, permetteva a Goebbels di guadagnare un carisma personale, difficilmente ottenibile dal vivo (situazione in cui, al contrario, Hitler eccelleva). La voce profonda e affascinante di Goebbels, l’uso dell’ironia (che invece al Führer mancava totalmente), diffuse dalla radio, mascheravano al popolo la condizione fisica dell’uomo: Goebbels, minuto, eccessivamente magro, zoppo da un piede, era l’esatto opposto del mito fisico ariano. Solo dopo il raggiungimento del potere, infatti, egli seppe sfruttare presso il pubblico femminile il proprio carisma, divenendo un indefesso corteggiatore. Il passo definitivo verso il potere assoluto Goebbels lo fece quando Hitler lo nominò, a soli 35 anni, capo del Ministero della propaganda e dell’Illuminazione del Popolo, con il quale stese la propria longa manus su tutti i media, eccetto la stampa: radio, cinema, teatro e musica. Goebbels divenne così il più giovane ministro d’Europa. Fu da questo pulpito che il “gerarca zoppo” riuscì a rendere Hitler, alle porte dell’intervento armato in Polonia, il condottiero indiscusso della Germania. E grazie alla propaganda – come avvenne in Russia con Stalin – qualsiasi inefficienza o errore del regime veniva imputato alla “cricca” sotto di lui e al fatto che “il Führer probabilmente non poteva sapere”. La propaganda non si limitò alla Germania; già nel 1933 una stazione ad onde corte trasmetteva programmi all’estero. Dieci anni dopo le stazioni erano diventate 130 e diffondevano quotidianamente 279 bollettini di informazioni in 53 lingue.

Il Volksempfänger “il ricevitore del popolo” fu il nome del progetto di una serie di ricevitori radio sviluppati da Otto Griessing, ingegnere elettronico tedesco, su richiesta di Joseph Goebbels.

L’architetto e designer industriale Walter Maria Kersting, con i suoi studenti, progettò il mobile in bachelite per il ricevitore radio, Volksempfänger modello VE 301, dove “301” si riferisce alla data del 30/1/1933, il giorno in cui Adolf Hitler divenne Cancelliere della Germania.

L’apparecchio fu presentato all’inaugurazione del Salone della Radio di Berlino il 18 agosto 1933. Per il suo design sorprendente e il numero di unità vendute, sarebbe diventato un’icona del periodo nazista.

Il prezzo di lancio della radio era di 76 RM, ridotti a 65 per la versione a batteria.

Fu poi prodotto un modello più economico, venduto a 35 Reichsmark, il DKE38 (ironicamente chiamato anche Goebbels-Schnauze – “Bocca di Goebbels”).

Il DKE38 fu prodotto anche in seguito al conflitto mondiale, fino al 1950 (DKE 50), insieme con una serie di altri modelli.

In occasione del compleanno di Goebbels del 1938, nella stazione radio di Berlino furono distribuite 500 radio da parte dell’addetto alla propaganda Werner Wächter.

Contrariamente a quanto viene comunemente affermato non è vero che i “Volksempfängern” siano stati progettati per impedire la ricezione di stazioni estere. Erano progettati per la ricezione delle sole onde medie, ma la loro sensibilità era in grado di ricevere intensità di campo elettrico di circa 2 mV/m e quindi non di molto inferiore a quella di ricevitori di classe più elevata; erano quindi in grado di ricevere senza difficoltà molte stazioni estere, tra cui Radio Mosca e Radio Londra.

Le onde corte non interessavano poiché le principali stazioni radio tedesche erano in onda media oppure in onda lunga.

Questi apparecchi non seguivano la pratica, comune a quell’epoca tra i produttori di ricevitori radio, di indicare approssimativamente le frequenze delle maggiori stazioni europee sulla scala di sintonizzazione. Su alcuni modelli VE301 erano segnalate soltanto le stazioni tedesche mentre il modello DKE38 possedeva una scala in numeri da 0 a 100 invece di indicare i metri o i chilocicli.

A partire dal 1939 l’ascolto di stazioni straniere divenne illegale nella Germania nazista, mentre in alcune zone occupate, come la Polonia, l’ascolto di qualunque trasmissione radio da parte di un cittadino non tedesco era fuorilegge. In seguito, durante la guerra, questo divieto fu esteso alla maggior parte degli altri territori occupati dove fu anche effettuata la confisca di massa dei dispositivi radio. Le sanzioni spaziavano dalla confisca delle radio e l’imprigionamento fino alla pena capitale, specialmente nella fase più avanzata della guerra. Ciononostante, questo tipo di ascolto clandestino era diffuso in molti territori occupati dai nazisti, nonché (in particolare a guerra avanzata) nella stessa Germania. I nazisti tentarono anche il disturbo radio di alcune stazioni nemiche, ma con scarso successo.

Tecnica

Il Ve-301 era costruito usando solo tre valvole, con consistenti risparmi sul costo complessivo di produzione.

Il DKE38 GW (esisteva anche la versione “B” a batterie ma la versione “GW” era la più diffusa in quanto poteva essere alimentato sia in tensione continua che alternata da 110 a 240 Volts) era costruito con solo due valvole (VY2 e VCL11), non aveva la scala parlante, il cestello dell’altoparlante era fabbricato con cartone pressato invece che in ferro o alluminio e l’involucro era in bachelite. Il notevole risparmio rispetto al suo fratello maggiore VE301 era dovuto principalmente alla nuova valvola VCL11 progettata specificamente per questo ricevitore. La VCL11 rappresenta il primo tentativo perfettamente riuscito di integrazione di più circuiti in un unico dispositivo elettronico. La valvola univa un triodo con funzione di rivelatore del segnale radio e un tetrodo con funzione di amplificatore di Bassa Frequenza utilizzato per pilotare l’altoparlante piezoelettrico. Il tutto con il catodo in comune e in un unico bulbo in vetro. La valvola VY2 aveva la semplice funzione di rettificatrice. Un altro componente costoso quale il trasformatore di uscita era stato omesso utilizzando un altoparlante ad alta impedenza. Anche il trasformatore per alimentare i filamenti delle valvole venne omesso, collegando in serie i filamenti delle valvole e una resistenza con prese calcolate per le varie tensioni domestiche che si trovavano in Germania all’epoca (110, 150 e 240 Volt). Il circuito di ricezione era del tipo reattivo e quindi non prevedeva conversioni di frequenza ma solo una bobina mobile di accoppiamento dell’antenna alla bobina di sintonia (manopola di sinistra) e due condensatori variabili, uno per la sintonia delle stazioni (ruota centrale numerata) e uno per l’innesco della reazione (manopola di destra). Non era previsto un controllo del volume in quanto nel caso in cui il segnale ricevuto fosse così forte da causare distorsioni, bastava diminuire la reazione (manopola di destra) o allontanare la bobina mobile di antenna da quella di sintonia (ruotando la manopola di sinistra).

Ogni singolo componente all’interno del DKE38 era di produzione nazionale tedesca e i componenti principali erano marchiati con lo stemma del Reich (aquila e croce uncinata) e la sigla identificativa dell’azienda che l’aveva prodotto, mentre i componenti minori (quali resistenze, condensatori ed elementi meccanici) riportavano solo la sigla dell’azienda che li aveva prodotti.

Molto è stato detto circa l’efficienza del progetto Volksempfänger come strumento di propaganda. Celebre è quanto Albert Speer, architetto personale di Hitler e ministro per gli armamenti e la produzione di guerra, disse il 31 agosto 1946 nel suo ultimo discorso al Processo di Norimberga:

«La dittatura di Hitler ha differito in un punto fondamentale da tutti i suoi predecessori nella storia. È stata la prima dittatura […] che ha fatto un pieno uso dei mezzi tecnici per la dominazione del proprio popolo. Attraverso i mezzi della tecnica, come ad esempio la radio e gli altoparlanti, 80 milioni di persone sono state private del pensiero indipendente. È stato così possibile sottoporli alla volontà di un solo uomo.»

Se questo è stato possibile con i mezzi, diciamo limitati, dell’epoca, riflettiamo bene su come è possibile manipolare le persone con le tecnologie dei media moderni. I principi sono gli stessi di allora, sono solo cambiati gli strumenti, molto più efficaci.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda alla trasmissione dello scorso marzo 2022 dal titolo “Dentro e oltre la Radio – Le Radio Popolari Tedesche

E” presente anche un’interessante slide show con foto di radio ed eventi citati nel corso della trasmissione.

RADIORURALE IN ITALIA

In Italia, durante il regime fascista, Mussolini fu dapprima scettico riguardo alla radio. Ma, approfondendo la sua conoscenza dello strumento, il suo approccio nei riguardi della radio cambiò. Nel 1924 venne istituita l’Unione Radiofonica italiana (U.R.I.), sottoposta a controllo e censura delle notizie, le quali erano fornite esclusivamente dall’agenzia di stampa del regime, l’Agenzia Stefani. L’Uri nel 1929 si evolse in EIAR attraverso cui il duce monopolizzò il sistema di comunicazione italiana, assoggettando il mondo culturale e scolastico alla sua propaganda, intervenendo in ogni settore della vita associata. All’epoca pochissimi italiani potevano permettersi la radio ma per favorire la radiofonia il regime istituì l’Ente Radio Rurale. Venne così prodotto dalle industrie un ricevitore radio rurale venduto ad un prezzo politico di 600 lire. Nel 1937 la politica Radio Balilla per le famiglie italiane rappresentava l’evoluzione del progetto di diffusione della radiofonia, iniziato con Radio Rurale, allo scopo di diffondere la radio anche presso le famiglie meno abbienti.

Di seguito si riporta il link ad un sito particolarmente interessante in materia di RADIORURALE.

https://www.radiorurale.it/radio/

La stessa WIKIPEDIA dedica attenzione al fenomeno, con particolare riferimento alle industrie che aderirono al progetto.

https://it.wikipedia.org/wiki/Radio_Rurale