L’ASCOLTO ALLA RADIO

Gli anni ’20 sono cruciali per la radio: una elaborazione molto ricercata del mobile contenitore e l’introduzione di alcune novità tecnologiche (la valvola, l’altoparlante a “collo di cigno” e a “spillo”  nonché l’antenna a “telaio”) fanno sì che diventi uno status symbol.  L’unico marchingegno capace di trasformare gli impulsi elettrici in onde sonore era l’auricolare telefonico o la cuffia, che poteva soddisfare il solo orecchio a cui veniva accostato.  Quindi, almeno sul momento l’ascolto collettivo risultava irrealizzabile. Tuttavia, fra tutti gli sperimentatori, qualcuno notò che la funzione della membrana di mica delle Macchine Parlanti e dei grammofoni era molto simile a quella lamina che vibrava nell’auricolare telefonico. Così venne l’idea di fare una prova, sposando un auricolare con una tromba utilizzata da quelle “Macchine”. E, all’improvviso fu musica per tutti!  Il dominio incontrastato dei diffusori a tromba durò per quasi tutto il decennio 1920-1930, ma venne seriamente minato dall’avvento di un nuovo, rivoluzionario sistema: quello degli altoparlanti a spillo.  Ma proprio alla svolta del decennio ’20-’30, quando sembrava ormai che l’altoparlante a spillo fosse destinato a godersi una lunga vita ricca di trionfi, ecco l’ultima rivoluzione: l’altoparlante a bobina mobile. Detto anche “altoparlante dinamico”. L’altoparlante a bobina mobile soppianterà in breve tutti gli altri tipi, tanto che già nel 1933 sarà difficile trovare in commercio altoparlanti a spillo o a tromba per uso radiofonico. Da allora ad oggi è solo una storia di affinamento della tecnica, delle sospensioni elastiche, della qualità dei magneti, di spianamento della banda passante, di aumento della potenza, di specializzazione dei vari tipi. Ancora oggi gran parte della musica che ascoltiamo viene riprodotta da un altoparlante o da un insieme di altoparlanti a bobina mobile. È vero che nel corso degli anni sono poi stati realizzati tipi completamente diversi di trasduttori, per esempio quelli elettrostatici, ma l’uso di questi dispositivi non è mai andato oltre l’ambiente rarefatto degli audiofili, ed il costo non è mai sceso a livello di produzione di massa.  Nel nostro “corner” faremo ascoltare la musica e le parole con un apparecchio radio degli anni ’20 del tipo a amplificazione diretta e con altoparlante a tromba, per poi passare ad apparecchi degli anni ’40, ‘50 e ’60, tutti supereterodina, ma con diverse caratteristiche audio e noteremo la differenza nell’acustica e nel controllo dei toni.

Inoltre, faremo notare la differenza fra l’ascolto di un apparecchio a valvole e uno a transistor.